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- 9 -
luglio
2017

Nominato il nuovo arcivescovo di Milano

Breve profilo di Mons. Mario Delpini

(PB) Mario Delpini, nato a Gallarate il 29 luglio 1951, attuale vicario generale della diocesi di Milano, è il nuovo arcivescovo e succede al cardinale Angelo Scola, in carica dal 2011 alla guida della chiesa di Milano. Delpini conosce già la diocesi, nella quale ha vissuto per tutta la sua vita, e dunque sarà un passaggio di consegne alquanto semplice.  Mons. Mario è stato ordinato presbitero dal cardinale Colombo nel 1975, successivamente inizia a insegnare nel seminario minore di Milano. È in questi anni che consegue prima la laurea in lettere, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi su “La didattica del latino come introduzione alla esegesi dei classici” e poi la licenza in teologia, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, con una tesi su “La nozione di teologia in Giovanni Pico della Mirandola”. In seguito presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma ottiene il diploma in Scienze teologiche e patristiche e si dedica all’insegnamento della lingua greca e della patrologia.  È stato rettore del liceo del seminario di Venegono, quindi è diventato rettore nel quadriennio teologico e dal 2000 al 2006 rettore maggiore. Il cardinale Dionigi Tettamanzi lo ha nominato vicario della Zona pastorale VI^ di Melegnano e nel 2007 lo ha consacrato vescovo ausiliare. Nell’aprile 2012 l’arcivescovo Scola lo ha scelto come vicario generale della diocesi e due anni dopo gli affida anche la formazione permanente del clero.  La sua nomina rappresenta una scelta di continuità ma allo stesso tempo di originalità. È di continuità, perché Delpini è stato stretto collaboratore degli ultimi tre arcivescovi di Milano, da Martini, che lo volle rettore del seminario, a Tettamanzi che l'ha voluto suo ausiliare, fino a Scola che l'ha scelto come numero due della diocesi. È di originalità perché ha vissuto tutta la sua vita di prete e di vescovo in diocesi di Milano. Chi conosce bene Delpini lo descrive come un uomo «molto spirituale, umile ma non remissivo, grande lavoratore, lontano dall’identikit del vescovo-manager, molto attento al rapporto personale con i preti». Vive insieme alla Comunità dei Fratelli Oblati diocesani presso la loro casa madre in via Settala e in città si muove in bicicletta, con caschetto e giubbotto catarifrangente. Nel 1998 ha pubblicato un libro dal titolo originale: “Reverendo che maniere! Piccolo Galateo Pastorale”, con appunti «affettuosi e scanzonati» nei quali invitava a liberarsi «dalle zavorre di un certo clericalismo e dell'efficientismo manageriale». Delpini predica spesso usando aneddoti, racconti, storie di vita. La scelta di un arcivescovo con questo identikit, invece di puntare su altre figure di vescovi di diocesi vicine o su giovani outsider, sta a indicare quelle che Papa Francesco considera priorità per la diocesi ambrosiana. Alla vigilia della visita di Francesco a Milano, Delpini aveva detto ad un quotidiano: «La nostra Chiesa per quanto generosa, organizzata, intraprendente, è qualche volta segnata da ansia, tristezza, preoccupazione, dal pensiero di non farcela, di non avere abbastanza risorse per far fronte ai tanti problemi. La gioia del Vangelo è proprio uno di quei messaggi di cui abbiamo bisogno. C'è una fonte della gioia che il Papa conosce e che noi abbiamo dimenticato, la gioia non viene dal successo o dall’avere tante risorse, ma da una più profonda spiritualità, una comunione col Signore più abituale».  

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