La parrocchiale S.S. Filippo e Giacomo detta “Chiesa vecchia”
Situata sulla via Roma, non lontana dal Municipio è contigua alla settecentesca canonica.
L'attuale edificio risalente agli anni a cavallo tra 1600 e 1700 (nella parte della navata principale) potrebbe essere stato edificato su una precedente chiesa.
La navata detta del Sacro Cuore risale invece alla metà del 1800, quando a causa dell'aumento della popolazione si presentò la necessità di un ampliamento del sacro edificio.
Il campanile di stile lombardo, già descritto e apprezzato nell'antichità, è stato rialzato di un piano e dotato di una nuova cuspide tra le fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
All'interno nella seconda cappella detta della Madonna del Transito (sulla destra entrando) è conservata una statua lignea della Madonna risalente al Seicento e di pregevole fattura.
Sopra la bussola dell'ingresso principale è posto l'ottocentesco pregiato organo Biroldi, restituito alle doti tecnico-musicali dopo il restauro del 1985-86.
La chiesa di Sant'Ambrogio detta “Chiesa nuova”
Sul pendio che domina il lago alza i suoi volumi la chiesa di Sant'Ambrogio.
Iniziata nel 1933 su disegno dell'architetto Paolo Mezzanotte fu consacrata il 6 giugno 1940 dal cardinal Schuster, ancora priva del pavimento e delle decorazioni.
La parte pittorica affidata a Innocente Salvini e quella plastica allo scultore Egidio Casarotti furono completate nel giugno 1962.
Nei lavori del Maestro Salvini ritroviamo l'audacia rutilante dei “suoi” colori e la plasticità monumentale delle sue figure, soprattutto nell'esecuzione dei quattro evangelisti. Pure l'intonacatura e il pavimento riprendono la particolare policromia usata nei dipinti.
Gli altorilievi a cornice del portale rappresentano la vita di Gesù che si completa con il trionfo della resurrezione mentre le lunette superiori delle due arcate laterali raffigurano il Concilio Vaticano II e Maria Assunta. Queste opere furono eseguite in cotto con una tecnica di invenzione di Casarotti e hanno notevolmente impressionato critici e intenditori.
L'oratorio della Beata Vergine Immacolata
Poco discosto dalla “Chiesa Vecchia” e da quella “Nuova” è inserita nel nucleo settecentesco di Laveno con intorno le antiche ville gentilizie.
Costruita a spese e per devozione del N.H. don Ferdinando Tinelli intorno agli anni '30 del 1700, rimase oratorio privato fino ai primi anni del 1800 quando fu acquistata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento che successivamente la cedette alla parrocchia. Ebbe funzione di chiesa parrocchiale durante i lavori di ampliamento della “Chiesa Vecchia”.
A forma di croce di Malta era dotata di tre altari di cui oggi rimane solo l'altare maggiore con la pala dipinta con un'immagine abbastanza rara della Madonna incinta.
È stata restaurata nel 1980.
La chiesa di Santa Maria Assunta (Santa Maria in Ca' Deserta)
La chiesa di Santa Maria in Ca' Deserta, situata nello spazio antistante il cimitero, proprio sopra la strada “varesina” ebbe funzione di parrocchiale fino a quando, per motivi logistici, questa funzione passò alla chiesa dei S.S. Filippo e Giacomo sita nel centro abitato.
Per come la possiamo vedere ora è un edificio settecentesco chiaramente caratterizzato sia nella parte esterna che in quella interna.
Il progettista Gioachino Besozzi la riedificò “a fundamentis” tra il 1750 e il 1756.
Sappiamo infatti che una chiesa era edificata in quel luogo fin dall'anno 1000, giacché un atto di donazione in data 8 ottobre 1081 dava al Monastero di Cluny la chiesa di Santa Maria.
Di seguito troviamo traccia dell'edificio nella descrizione che ne fece San Carlo (1574) durante la sua visita pastorale.
Ad una sola navata, ha un piccolo portico sotto il quale si possono osservare due lunette dipinte, una completamente degradata, l'altra, restaurata, raffigurante Maria parrebbe di scuola giottesca.
Di particolare pregio è l'ancona lignea dipinta dell'altare maggiore contenente la statua della Madonna Assunta.
Di grande interesse artistico sono le cappelle esterne della Via Crucis, bassorilievi in ceramica opera dello scultore Oreste Quattrini (1990).